Nulla può lo stolto
di tanto remore in petto,
alza lo sguardo
in su la cima impoverita
di lena arguita
dell’oltre desiderato.
Si prostrano cupi
i vandali assassini
e la signora falce
divina si veste.
Colpe annegate
pel ludico vizio
in paludi disillusi
sul frontespizio
del pensiero oscuro.
E mesto
il greve lembo
l’ematica stilla inaridisce,
s’infittisce il segreto
dell’abile ironia.
...
di Denis Cornacchia