venerdì 26 aprile 2013

Etichetta -ITALIA-


Ci son voluti millenni per raggiungere la perfezione dell'imperfetta lingua italiana ed ora? Si corre sulle autostrade della messaggistica virtuale con sigle e scarabocchi vari per non perdere tempo con i cellulari che hanno i tasti sempre più piccoli. Meditare prego. Abbiamo fin troppi problemi in questa vita piena di stress che il sistema ci regala ogni giorno, debelliamo il cancro dell'idiozia e torniamo a scrivere come parliamo. Non credo che c'entri la moda, i giovani oggi sono anche stufi di essere sia richiamati perché sbagliano sempre, sia perché sono stanchi di esibirsi da anticonformisti fasulli, originali si nasce. I giovani hanno un loro posto nella società e non è di certo quel luogo demente di scapestrati che logorano le vie della vita con diversivi tossici, non c'è spazio per le debolezze inopportune per una società che si rispetti. L'oltre-encefalo in simbiosi con la comprensione di una lingua e la sua interpretazione fonica, vola verso altre ispirazioni, son quelle dell'evoluzione socio-tecnologica che, conforme alle regole della vita, appaiono nel rapporto lingua-pensiero, ancor leggibili. Tuttavia, come un proverbio che diventa tale dopo aver trascorso periodi, epoche, attraverso corridoi popolari, così una lingua si trasforma per l’effetto indiretto della tecnologia che propone nuovi modelli di lettura e scrittura, ma non di parola parlata, ne di pronuncia. La mancata identificazione di un presunto problema culturale, potrebbe portare la stessa interpretazione di una lingua nel corruttibile accomodamento che una semplice traduzione linguistica pone, dando vita così alla incomprensione tra popoli. Pertanto, credo che l’umile decisione di smetterla col deformare la nostra lingua, permettendo una certa continuità di linguaggio comune tra gli stessi appartenenti l’ambito sociale, come anziani, bambini e gli stessi giovani e meno giovani, sia la via da intraprendere, nel rispetto delle norme grammaticali e del pensiero culturale. Basta con i xké, ecc…